Nagisa Oshima

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Commento di leonj postato il 14 Sep 2009 11:01 am

Oddio, io non è che lo conosca proprio bene bene Nagisa Oshima; ho trovato in rete questa immagine (che riportava il suo nome)… Fede, confermi che è lui?

Edit by fede /5/08/2011)

 

Fortunatamente il piccolo “saggio” che avevo scritto su Nagisa Oshima sul sito defunto non è andato perduto, e quindi lo recupero qui:

Breve excursus su Nagisa Oshima, l’esponente maggiore della cosiddetta Nouvelle Vague giapponese tra gli anni ’60 e e ’70 (e oltre). “Il mio odio per il cinema giapponese include assolutamente tutti i film giapponesi”, avrebbe dichiarato, non so bene quando.

Regista provocatore e fuori dalle righe (che per un giapponese vuol già dire molto), è spesso associato in occidente all’assai licenzioso L’impero dei sensi del ’76, che ho avuto la fortuna di vedere al cinema in versione integrale (visto che è pane prelibato per quei pervertiti delle censure di tutto il mondo) ma non è assolutamente il suo film migliore.

Tocca le vette, secondo me, con film strettamente legati al “suo” Giappone, e che quindi potrebbe risultare poco efficaci da parte degli stranieri: sto parlando di Death by Hanging (L’impiccagione) e The Ceremony (La cerimonia), rispettivamente sulla/contro la pena di morte (tutt’ora applicata in Giappone) e sui/contro quei formalismi e cerimoniali finti e vuoti che stanno alla base di molti rapporti sociali in Giappone. Opere surreali, piene di invenzioni narrative e stilistiche eccezionali.

Ma di Oshima ho visto molto altro: a partire da quel Furyo aka Merry Christmas Mr. Lawrence che vede interpreti un superbo David Bowie, Ryuichi Sakamoto e un novellino del calibro di Takeshi Kitano. Con un occhio all’occidente è anche il provocatore Max Mon Amour, dove Charlotte Rampling si innamora di una scimmia. Kitano fa ritorno in quello che tutt’ora rimane il suo ultimo film, il tradizionalista (perchè attinge alla vastissima produzione sui samurai) Taboo, in cui il sottotesto omosessuale sale alla ribalta (come in Furyo, sottotesto che aveva portato Jeremy Irons -poi ovviamente pentitosi- a rifiutare il ruolo che poi fu affidato a Tom Conti).

Tralasciando L’impero della passione (seguito abbastanza deludente dell’Impero dei sensi), andando a ritroso segnalo avendoli visti Boy, storia tratta da fatti di cronaca di una coppia senza scrupoli che simula, per farsi risarcire, falsi incidenti prima con la moglie e poi addirittura col figlio dei due, e Three Resurrected Drunkards, in cui in un’atmosfera onirica tre studenti in vacanza vengono scambiati, con le conseguenze del caso, per coreani.

Oshima aveva dimostrato di avere occhio attento e lucido per la minoranza coreana (ricordo che la Corea è stata, durante e prima della seconda guerra mondiale, annessa all’imperialista Giappone), mettendo come protagonista del già citato e lodato L’impiccagione proprio un coreano.

Il ribelle Oshima non poteva essere che di chiare e conclamate simpatie comuniste, come è evidente nel caotico Notte e nebbia sul Giappone. Come un gambero cito infine il film più vecchio di Oshima che abbia visto, il nouvellevaguiano Racconto crudele della giovinezza sul senso di ribellione giovanile.

Di Oshima ho fortunatamente altri film da vedere, perchè grazie alla Criterion e ad altri intelligenti distributori molti film del grande regista sono stati rimasterizzati e/o ripubblicati (a volte però a caro prezzo! ;-) ). Nagisa rappresenta ovviamente la punta dei registi di rottura col gli schemi tradizionalistici del cinema giapponese, pertanto lo consiglio a chi volesse cimentarsi, dopo o durante averne comunque fatto un’abbuffata ;-) , nell’osservazione di un punto di vista diverso da quello dei Kurosawa, Ozu o Mizoguchi tanto per citarne alcuni, ma sempre e comunque riconoscibilmente nipponico (anche se spesso “contro”).

Edit by fede (31/08/2012)

Lui è in piccolo, ma lui e il film in questione (La cerimonia) sono grandissimi…film che ho conosciuto grazie al piccolo (ma prezioso) libretto da mille lire della Newton Compton “I 100 più grandi film”. Quel film è una perla di saggezza (e di critica) del conformismo vuoto del giappone moderno…da (ri)vedere

e quest’altra si vedrà male, ma è divertente, dai…

Edit by fede (1/11/2012)

Edit by fede (09/04/2013)

EDIT BY FEDE (06/01/2021)

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