Rentaneko (Rent-a-Cat) 1/8 – Introduzione

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La mia personale retrospettiva sulla regista Naoko Ogigami mi ha portato, con non poca giustificata curiosità, a vedere il suo film del 2012, dal titolo, udite udite, di “Affitta un gatto”. Che la regista avesse una passione per i gatti era cosa nota, soprattutto dopo il mio post sul suo film precedente, Toiretto. Ma in questo si è esaltata, pure troppo: praticamente in ogni frame del film c’è un numero variabile di gatti che va da 1 a 6 o 7.
Infatti la trama del film, in breve (come sempre: Naoko anche in questo non si “spreca” e millesima ancora di più il suo minimalismo…), è la seguente: una ragazza, tra l’altro in cerca di marito, campa affittando gatti. Punto. Per i più puntigliosi, e per chi non vuole sprecare qualche minuto della sua vita a vedere il film, perchè odia i gatti o li odierebbe dopo 5 minuti di film, preciso che i gatti sono una passione tramandata alla protagonista dalla nonna morta, e che i gatti semplicemente arrivano per conto loro alla casa. Lei li affitta per venire incontro alle persone che si sentono sole, ma non possono tenere un gatto a tempo indeterminato.

Come in altri casi, dovrò dividere il post in più parti, visto il cospicuo numero di screenshot (e potevano essere n volte di più, come ho premesso). Eccone alcuni di assaggio/aperitivo:

(un nuovo inquilino)

(la casa)

(un gatto sull’altare della nonna)





(la nonna defunta)

La parte “principale” del film si compone di tre episodi uno variazione sul tema dell’altro. La nostra affittagatti porta su un carretto (!) i gatti e con un megafono si fa pubblicità: il cliente (stereotipo della persona sola che ha bisogno di un gatto) la approccia, lei espone e consiglia la mercanzia, si reca alla casa del cliente per un test, si accerta che il cliente abbia realmente un buco (non solo metaforico) da riempire con l’affetto del gatto, glielo consegna, si fa firmare la ricevuta e si fa pagare. Poco, secondo i clienti, che dubitano possa mantenersi con quella cifra: allora lei si giustifica dicendo che ha anche un altro lavoro, molto più redditizio di quello. Il contratto (ricordiamo, di “affitto”) prevede la clausola della riconsegna del gatto in caso di problemi.

1 commenti su “Rentaneko (Rent-a-Cat) 1/8 – Introduzione

  1. Japan Cuts 2012 Interview: Director Naoko Ogigami on RENT-A-CAT

    […]
    LMD:  What was the inspiration behind “Rent-a-Cat”?
     
    NO:  I’m a cat lover.  The initial idea came from one of my father’s friends who is in his seventies and his beloved cat just passed away, but because he’s still in pain, he can’t quite get a new one yet.  So I heard about that story and that was the inspiration for the film.
     
    LMD:  There is a very prominent cat in your previous film, “Toilet”, as well.  What do cats represent to you?
     
    NO:  I always intend to put a cat in at least one scene of all my films as sort of a good luck charm.

    […]

    Ah, questo è esattamente lo spirito dei cats-i nostri! Un gatto in almeno una scena!

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