The Cat (Part 4/4)

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Eccomi tornato per illustrare l’ultima parte del film…mi raccomando, a chi volesse vedere il film…è piena di spoiler (d’altronde, lo erano pure i precedenti) e inevitabilmente rivela il finale o meglio, ovviamente, chi è il “mostro”.
Tornando a noi…mentre la protagonista è al canile, il suo capo rimane (incacchiato) da solo al negozio di animali. Si presenta invece alla porta la nostra gatta bianca…

…che viene fatta entrare ma non viene accolta proprio calorosamente. Così scappa in uno sgabuzzino, dove il capo la segue, la chiude in una gabbietta e comincia a darle, diciamo così, molto “fastidio”…

…e quindi il capo muore . Prima di morire, però, aveva chiamato al cellulare la dipendente per dirle di darsi una mossa, così lei torna e trova il capo morto. Si spaventa, scappa fuori dal negozio ma anzichè darsela a gambe levate, si siede sotto un albero davanti al negozio. E intravede la gatta…

…che la guarda fissa…

…apre la porta (?!?) e le sia avvicina…

…e si ferma a guardarla…

Dopo questa interessante esperienza, la protagonista indaga e scopre che la gatta bianca e quella cincillà, così come altri gatti, sono legati ad uno strano caseggiato. In quel caseggiato, qualche tempo prima, si era deciso di murare una cantina perchè frequentata troppo assiduamente dai gatti randagi della zona, che davano fastidio e facevano calare il valore degli appartamenti (?!?). Così la protagonista decide di andarci…e i gatti della zona cominciano a insospettirsi…

La protagonista scopre che in quel caseggiato abitava anche il “mostro”, cioè la bambina col caschetto. Ma pare sia sparita da un po’ di tempo, e non l’abbiano più ritrovata. Intanto i gatti randagi cominciano a inseguire la protagonista (non prima di aver ucciso il padre della bambina ) e la gatta bianca, giunta anche lei in zona, “accompagna” la protagonista nello scantinato sospetto…

Qui la protagonista si trova in trappola. I gatti assassini (generati al computer, nè!) cominciano a circondarla…

…ma la gatta bianca, in cima ad un serbatoio, indica alla protagonista una possibile “via di fuga”, ovvero il serbatoio stesso.

Là dentro, la protagonista fa la conoscenza “ufficiale” con la bambina col caschetto, o meglio col suo cadavere e col suo spirito (aggiungo il post seguente per gli “occhi di gatto” del mostro…)

…che telepaticamente le racconta cosa le è successo (cosa che non racconto io nell’estremo tentativo di non rivelare almeno questo)

Nell’ultima sequenza (preceduta da un inutile post-finale in cui la protagonista comincia a superare le sue fobie e si vede fidanzata con l’ex della sua migliore amica), sotto la macchina appunto dello sbirro tonto per fortuna la protagonista sente miagolare e scopre che c’è un tenero micino infreddolito…

Insomma un horror con poca nulla suspence e una storia proprio tirata per i capelli (o, meglio, per i peli), sconsigliato a chiunque tranne a chi ha proprio tempo da buttare (come me )

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