Mentre stavo riguardando, a 15 anni di distanza, lo splendido film di Benigni, mi compare un bel gattino, sul camion che porta Guido, lo zio e il figlio al treno…
Il gattino ricompare sulla pila di vestiti che Dora, la moglie di Guido, e le altre donne stanno smistando, dopo che i proprietari (tra cui lo zio di Guido e probabilmente anche la padrona del gattino) sono stati bruciati nella camera a gas…
Il gattino sembra rendersi conto di ciò che è accaduto alla padrona, volgendo il suo sguardo verso il camino…
(ovviamente sia io che mi moglie pensiamo che il gatto sia una -pur bella- licenza poetica di Roberto, difficilmente i nazi/fascisti avrebbero permesso l’arrivo e la presenza in un campo di concentramento di un gatto…)