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Nella splendido, metaforico e surreale Home della franco-svizzera Ursula Meier, con protagonisti gli altrettanto splendidi Isabelle Huppert e l’attore-feticcio dei fratelli Dardenne, Olivier Gourmet, uno degli abitanti della CASA è un bel gattone, anch’esso “usato” metaforicamente per rappresentare i rapporti tra i componenti della famiglia e il loro rapporto, appunto, con la CASA.

Home narra, tra il dramma e la commedia ma sempre in tono come detto surreale, la storia di una famiglia che per una decina d’anni ha abitato in una casa sul ciglio di un tratto di autostrada costruito ma poi abbandonato. L’autostrada abbandonata ha costituito, per tutti quegli anni, luogo di libero svago e divertimento. Emerge sin da subito che la “strana” scelta di quel luogo sia stata appoggiata in particolar modo dalla madre, con qualche problema psichiatrico di troppo, perchè lì, a detta dei figli, “si trova bene”.
La pace e l’armonia familiare cominciano a crollare quando quel tratto di autostrada viene riasfaltato e viene aperta la malefica nuova autostrada. Uno dei primi a farne le spese è il povero gatto, che per essere salvato da morte certa (come ben sanno tutti i gattofili che abitano sul ciglio di una strada trafficata) viene legato con uno spago per tenerlo a distanza di sicurezza dall’autostrada.

Sotto in alcune bucoliche scene con gli altri inquilini della casa…

Una delle inquiline più particolari è la figlia maggiore, avvenente maggiorenne che non fa un cazzo dal mattino alla sera, fuorchè prendere il sole (con conseguente apprezzamento dei camionisti che transitano di fianco alla casa) ascoltando musica metal (quando mancava il traffico a tutto volume, dopo l’apertura dell’autostrada…con le cuffie). Nonostante la sua evidente oziosità, la madre e il fratellino fanno a gara per spalmarle la crema…
Comunque per tornare al nostro micio, questa gnocca decide di restituirgli la libertà (anche a rischio di farlo spiaccicare da una macchina). Libertà che anche lei deciderà di conquistarsi, scappando senza dir nulla con un tizio che passava per l’autostrada.

Ma il gatto è diverso da lei…come gli altri membri della famiglia, e come d’altronde la maggior parte dei gatti domestici, a quella casa è ormai affezionato, là trova affetto e soprattutto cibo, così anzichè scappare ritorna rinunciando ad una vita breve e avventurosa.

Ovviamente questo non è il finale del film, che prosegue e termina in maniera superba come molto raramente ho visto fare negli ultimi anni nei film visti. Ah, il tocco femminile!

1 commenti su “Home

  1. Pur essendo, per chi ha visto il film, un'immagine poco coerente con il comportamento successivo della ragazza, mi piace far finta che questo screenshot rappresenti la (anche mia) repulsione nei confronti delle automobili (in un Paese dove per dare incentivi all'industria delle auto di taglia sui servizi essenziali come le scuole), delle strade e autostrade sempre più grandi e numerose (e io abito in un paese che tra poco sarà sommerso da una immensa colata di cemento). E il mio grido di dolore non avviene a caso, visto che curiosamente e casualmente la visione di questo film è contemporanea all'annucio che se voglio lavorare (ed essere assunto?) dovrò fare, prima da passeggero e poi da autista, 320 chilometri 320 di autostrada al giorno…mi chiedo se la colpa di tutto ciò sia solo mia o anche della società filo-auto e filo-petrolio in cui volenti o nolenti viviamo…

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