1 commenti su “[Film non coreano] Dear Pyongyang

  1. In teoria questo film sarebbe un “documentario giapponese”, ma già dalla locandina (scritta in coreano), dal titolo (Pyongyang è la capitale della Corea del Nord) e dalla regista (Yang Yong-hi) si potrebbero facilmente intuire che l'argomento è molto coreano.
    La regista infatti è una zainichi, ovvero una coreana nata e cresciuta in Giappone, che nel girare un documentario sul padre, fervido sostenitore e attivista nordcoreano, riflette sulla sua famiglia (lei e i genitori vivono in Giappone, mentre i fratelli sono stati letteralmente spediti nella Corea del Nord, a Pyongyang appunto) e su se stessa, visto che man mano che è cresciuta si è sempre di più allontanata dall'ideologia nordcoreana, un comunisto puro e crudo incentrato sul culto della personalità. La regista è anche unica operatrice, in pratica, sulla falsariga di Naomi Kawase, anche se (molto) meno “arty” (croce e delizia dei documentari di Naomi).
    Un ulteriore punto di vista sul rapporto complesso che lega (o allontana) Giappone e Corea.

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