A Reason to Live

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Nell’interessante e meno superficiale del solito A Reason to Live, film coreano che cercherò pure di tradurre, una giovane donna sta girando un documentario sulle persone che hanno subito un omicidio in famiglia e più in particolare sulla loro capacità di perdonare o meno l’assassino. Con questo documentario la protagonista cerca di capire, in pratica, se ha fatto e sta facendo bene ad aver perdonato (anche ufficialmente con una petizione che di fatto ha aiutato l’assassino ad uscire prima dalla prigione) appunto il giovane assassino del suo fidanzato…di mezzo c’è, e pesantemente, la chiesa cattolica, produttrice del documentario e che ha influenzato e influenza non poco le scelte e i pensieri della nostra credente protagonista. (inutile negare l’enorme affinità di questo film col migliore A Secret Sunshine, piccolo grande film semisconosciuto al mondo).

Uno degli intervistati ha un bel gatto grigio…

…che ha una strana cuccia (a 2 piani?!?)

Più avanti nel film non si registra la presenza di altri gatti, tranne “Il gatto che è andato in Europa” (chiaro riferimento al fatto che la coprotagonista, una ragazza piuttosto ribelle, deve andare a studiare all’estero) sul cellulare della coprotagonista stessa. Quando l’ho visto (e scrinsciottato) ho riso per un minuto…il gatto che va in Europa…con una bandiera italiana (giusto, leo???) e una francese…ahahahahahhahahahahahhahahaha

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